Un viaggio dalla cultura orientale a quella occidentale

Musicalmente parlando la cultura indiana, così come quella africana, è molto più vicina alla nostra cultura occidentale di quanto potremmo pensare. Ci tenevo quindi a concepire una playlist che, a livello tradizionale, fornisse l’essenziale per avere un panorama completo degli artisti più importanti e influenti dell'ultimo secolo. Coloro che "hanno fatto la storia" della musica Indiana tradizionale contemporanea. Partendo da un universo totalmente orientale, sino ad arrivare ad una contaminazione più evidente e recente con la “nostra” musica.

I “Raga”, ovvero le strutture musicali che seguono nell'esecuzione precise regole relativamente alle frasi melodiche consentite o vietate, e sono basati su un certo numero di scale musicali, vanno intesi come delle “atmosfere”, che si eseguono seguendo delle linee guida su movimenti e dinamiche generali, ma vengono sostanzialmente improvvisati. Sono associati a un momento del giorno o della notte, una divinità, spesso anche una stagione e un contesto emotivo (e sono divisi in periodi del giorno e della notte in cui vanno eseguiti). Per fare un esempio, Bhairava è un Raga dell'alba, cosa che lo caratterizza tale per via di alcuni intervalli e dinamiche da seguire, è associato a un'emozione o più sfumature emotive archetipiche, al maschile e alla divinità Shiva Bhairava (Shiva nero), in definitiva direi associato all'elemento luce. Poi ci sono i Raga della pioggia, che possono essere maschili o femminili e pomeridiani di solito. Seguono quelli della notte, e via dicendo...

Quando suoni un Raga improvvisi su una scala atmosferica, movimenti e dinamiche date dalla sfumatura emotiva dominante, e seguendo la sola direttiva della gradualità e del climax da assenza di ritmo a ritmico, da piano a veloce, da piano a forte, da grave ad acuto, da pulsione binaria a struttura ritmica a perdita della struttura e ritorno alla pulsazione. Poi nel genere folk indiano sono sorte composizioni tipo canzone, ma generalmente nel Raga si eseguono al massimo due o quattro o sei linee melodiche già composte solo per poi improvvisare intorno e solo nella parte mediana dell'esposizione. Un Raga può durare mediamente un'ora… più o meno come questa playlist! Buon ascolto, o meglio… Buon viaggio.

"Un giorno, la donna che mi insegnava la musica indiana ci pose la questione di quale fosse il fine della musica indiana. Secondo lei, i maestri avevano detto che era quello di calmare il cuore, lenire il dolore e rendere l'uomo più atto a ricevere il potere degli dei.
La sua affermazione mi penetrò nel cuore.
Poi successe qualcosa di veramente sorprendente. Lou Harrison, che stava facendo una ricerca sulla musica inglese antica, scoprì che il compositore Thomas Mace, del 17° secolo, aveva detto praticamente la stessa cosa, usando quasi le stesse parole.
In quel momento compresi che quello era il vero fine della musica"

(John Cage)